Sant' Ignazio di Loyola e James Joyce, ovvero il "Racconto di un pellegrino" e l' "Ulisse".
E' l'inizio del racconto forse più famoso e bello al quale - da qualche millennio - l'umanità può volgersi. In esso mito e leggenda si fondono. Ma sono anche simbolo e dunque significazione del vero e del reale. Soprattutto sul piano dello psichico. Il ritorno a sé, alla propria casa, il viaggio, il "Dio avverso", il fato, la "Dea che illumina e protegge", il Vate, sono senz'altro "archetipi". Le figure di Calipso, Circe e molte altre lo sono anch'esse. Il soggetto vero del racconto è allora la "Realtà" e la "Verità" della coscienza. Dunque il viaggio dell'uomo ed, insieme, intorno all'uomo. E' questo che sì che "Il più bello e interessante dei soggetti è quello dell'Odissea. E' più grande e umano di quello dell' Amleto, superiore al Don Chisciotte, a Dante, al Faust ... A Roma, quando avevo finito circa la metà del Portait, mi resi conto che l'Odissea doveva esserne il seguito."(James Joyce)...